Gli investimenti nella green economy
Oltre 558mila imprese dell’industria e dei servizi hanno investito in competenze green nel 2020, ossia il 39% delle aziende ha richiesto ad almeno la metà dei profili ricercati il possesso di attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale.
Si osserva una maggiore propensione ad investire in competenze green nelle industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere, nelle public utilities, nella sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati, nei servizi di trasporto e logistica e nelle costruzioni.
La pubblicazione analizza anche gli investimenti in prodotti e tecnologie green, i quali sono stati effettuati da oltre 296mila aziende. I contratti attivati dalle imprese che hanno dichiarato di avere fatto ecoinvestimenti nel 2020 corrispondono al 28% del totale. Tra i settori con più elevata quota di imprese ecoinvestitrici si segnalano le public utilities, le industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere, le industrie della gomma e delle materie plastiche e i servizi di trasporto e logistica.
La domanda di green skills
Nel 2020 la domanda di questa competenza ha riguardato circa 2,6 milioni di ingressi, ossia il 79,3% delle entrate programmate dalle imprese. Nel momento in cui si tratta di competenze green di grado elevato, le entrate programmate sono pari a 1,2 milioni di entrate, ossia il 38,3% del totale.
Le professioni alle quali sono richieste maggiormente queste competenze sono: gli ingegneri civili, gli ingegneri elettronici e in telecomunicazioni, i tecnici della gestione di cantieri edili, i tecnici della sicurezza sul lavoro, gli ingegneri energetici e meccanici. Data la trasversalità della skill, si evidenziano valori elevati anche in figure meno specializzate, come gli idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas e i cuochi in alberghi e ristoranti.
La domanda di competenze legate alla ecosostenibilità risulta maggiore per le entrate per le quali si ricercano livelli di istruzione più elevati. Le competenze green vengono richieste all’84% dei laureati e all’83,5% di chi è in possesso di un diploma di istruzione tecnica superiore.
Le competenze green sono fondamentali anche per chi detiene una qualifica professionale o un diploma di livello secondario, infatti sono richieste rispettivamente al 78,6% e al 78,4% delle entrate del livello di istruzione.
La pubblicazione inoltre sviluppa dei focus settoriali su costruzioni, meccatronica e servizi avanzati alle imprese in quanto comparti particolarmente sensibili alla doppia transizione - ecologica e tecnologica - che beneficeranno delle politiche espansive nazionali ed europee.
In particolare, nel settore delle costruzioni sono richieste competenze green a circa l’82% delle entrate, nella meccatronica all’82,7% e nei servizi avanzati di supporto alle imprese all’84,8% degli ingressi. Da sottolineare anche i dati nel turismo e la ristorazione per cui queste skill sono richieste all’83,8% delle entrate.
Gli sviluppi dell’innovazione green e dell’economia circolare: Next Generation EU e Piano Nazionale di Ripresa e resilienza
La crisi pandemica del COVID-19 ha accelerato i processi per una transizione ecologica dell’economia, che diventa un vero e proprio pilastro della ripresa economica e dei processi di innovazione strutturale dei sistemi produttivi nazionali e comunitari, così come indicati dal Next Generation Eu e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
I temi della Green Economy, dell’economia circolare dei Green Jobs e del loro impatto sul mercato del lavoro diventano sempre più un elemento decisivo nelle scelte di politica economica, ma anche nelle politiche di formazione e del mercato del lavoro.
La pubblicazione si focalizza infatti sulla transizione green, contestualizzando i vari orientamenti di politica economica a livello internazionale, comunitario e italiano.
La domanda di green jobs delle imprese italiane
Le opportunità di lavoro legate ai Green Jobs, individuati a partire dalla definizione che ne fornisce il database O*Net, sviluppato dal U.S. Department of Labour, e adattata alla classificazione Istat CP2011 sono analizzate evidenziando le differenze nelle caratteristiche della domanda tra queste occupazioni e le altre tipologie di professioni.
Le “professioni verdi”, comprendono sia professioni specifiche - in alcuni casi emergenti - che sono richieste per soddisfare i nuovi bisogni della Green Economy (green new and emerging), sia quelle che dovranno affrontare la sfida di un reskilling delle competenze in chiave green (green enhanced skills), sia lavori non strettamente green ma che supportano le attività verdi grazie alla diffusione trasversale del macro-trend della sostenibilità ambientale (green increased demand).
La spinta verso la transizione all’ecosostenibilità farà emergere Green Jobs trasversali a più settori, come ad esempio l’esperto in green marketing, il giurista ambientale, lo specialista in contabilità verde, l’addetto commerciale per la promozione di nuovi materiali sostenibili o responsabile degli acquisti green. Si svilupperanno figure legate alla riduzione degli impatti ambientali in campo tecnologico-digitale. Importanti anche gli sviluppi della figura del mobility manager, ovvero il responsabile della mobilità aziendale, a cui spetta il coordinamento degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti in ottica di una mobilità sostenibile nelle imprese.
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