Lo stato dell’arte degli investimenti al 2019 in trasformazione digitale delle imprese può indicarci come il sistema produttivo italiano si è fatto trovare pronto alle accelerazioni imposte dalla crisi sanitaria del Covid-19.
In questo articolo vi presentiamo un’infografica con le principali evidenze emerse, ed il riassunto di un dossier sugli investimenti in digital transformation.
Oggi più che mai, la digitalizzazione si sta rilevando un alleato essenziale per contenere la diffusione del virus, gestire la crisi e mitigare le conseguenze anche sul piano economico. Le nuove tecnologie hanno permesso a imprese, lavoratori e consumatori di continuare a interagire evitando la paralisi totale di molte attività e dei servizi essenziali.
Il dossier rappresenta un approfondimento settoriale del volume Excelsior sulle competenze digitali nel 2019
La digital transformation delle aziende italiane. Capitale umano e tecnologie
Tra il 2015 e il 2019 oltre il 70% delle imprese italiane con dipendenti dell’industria e dei servizi ha effettuato investimenti nella trasformazione digitale. La trasformazione digitale non riguarda solo le tecnologie, ma riguarda anche il capitale umano che possieda le competenze necessarie all’innovazione produttiva. Oltre il 37% dichiara anche di aver investito in capitale umano in interventi formativi per il personale, e circa il 3% dichiara di aver reclutato nuovo personale con competenze in linea con le innovazioni introdotte in azienda.
Gli investimenti in digital transformation possono essere suddivisi in investimenti in:
- tecnologie innovative (comprensive delle abilitanti 4.0)
- modelli organizzativi
- modelli di business
Gli ambiti tecnologici in cui le imprese hanno prevalentemente investito sono sicurezza informatica, Internet ad alta velocità, cloud, mobile e big data (55,3% delle imprese ha investito in tali ambiti), a cui si affiancano gli strumenti software per l’acquisizione e la gestione dei dati (43%). Sono tecnologie digitali che trovano un’applicazione trasversale in tutti i settori economici. Meno diffuse le tecnologie 4.0 più strettamente legate alla produzione industriale quali ad esempio IoT, tecnologie di comunicazione machine-to machine (adottata dal 29,3% delle imprese), realtà aumentata e virtuale a supporto dei processi produttivi (23,7%) e la robotica avanzata (16,4%).
Per quanto riguarda gli investimenti relativi al modello organizzativo assume particolare rilievo l’adozione di sistemi gestionali evoluti per favorire l’integrazione e la collaborazione tra le diverse funzioni aziendali (35,6% ha adottato tali sistemi), così come l’adozione di sistemi di rilevazione continua e analisi, in tempo reale, delle performance aziendali (30,4%). Meno diffuso il ricorso all’adozione di sistemi di smart working (24,6%). D’altro canto le imprese per lo sviluppo di nuovi modelli di business hanno investito maggiormente nell’analisi dei comportamenti e dei bisogni dei clienti per garantire la personalizzazione del prodotto o servizio offerto dalle imprese (37,8%), così come nel Digital marketing (36,9%). Ancora poco diffuso, invece, l’utilizzo di Big data per analizzare i mercati, riconoscere trend latenti, simulare possibili scenari futuri, prevedere i cambiamenti in atto nel proprio ambiente competitivo e reagire in maniera tempestiva ai mutamenti inattesi della domanda di mercato.
Smart working e digital marketing. Lo stato dell’arte in Italia
Lo smart working e il digital marketing, sono stati oggetto di approfondimento, in quanto nel periodo di crisi sanitaria del Covid-19, hanno avuto un notevole sviluppo, per cui era opportuno evidenziare come fossero arrivate le imprese italiane alla prova del lockdown. La lettura dei piani di investimenti digitali delle imprese al 2019 aiutano a capire quanto le imprese si sono fatte trovare pronte e quanto si dovrà ancora fare per fronteggiare la crisi. Alla prova del lockdown, una impresa su quattro è arrivata – almeno in parte – preparata: il 24,6% delle imprese italiane, infatti, ha investito nell’adozione di sistemi di smart working per innovare il proprio modello organizzativo aziendale tra il 2015 al 2019, è cresciuto rispetto al 2018 (23,5%) e segue un trend di incremento consistente, destinato probabilmente a conoscere una ulteriore impennata nel prossimo futuro. Non tutti i settori, ovviamente, si sono potuti adattare all’introduzione del lavoro agile nella stessa maniera. L’ambito più ricettivo è quello delle Public utilities (luce, acqua, gas) in cui il 34,7% delle imprese ha dichiarato di aver investito in smart working, a seguire quello dei Servizi (25,5%), l’Industria (22,5%) e fanalino di coda, come facilmente immaginabile, le Costruzioni (19,9%). All’interno del mondo dei servizi, hanno investito in smart working il 50,9% delle imprese di Servizi informatici e delle telecomunicazioni, il 48,8% delle imprese di Servizi finanziari e assicurativi, e il 40,3% dei Servizi avanzati di supporto alle imprese. A questa modalità di lavoro a distanza hanno invece guardato solo il 15,7% delle imprese dei Servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone e il 17,9% dei Servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici. Nel sistema industriale, sul lavoro agile hanno puntato il 33,3% delle Industrie elettriche, elettroniche, ottiche e medicali, il 32,8% per le Industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere e il 29,6% delle Industrie di fabbricazione macchinari. Nel dossier completo si evidenzieranno anche le dinamiche degli investimenti in smart working per quanto riguarda la sua diffusione nelle varie aree territoriali del paese e nelle varie tipologie di aziende. Excelsior mostra inoltre che nel 2019 ben il 36,9% delle imprese (contro il 35,4% del 2018) ha dichiarato di aver investito in attività di digital marketing. Al primo posto il settore dei servizi (39,3%), al secondo quello delle Public utilities al 37,3%, poi al 31,2% il settore dell'Industria e il 25,5% in quello delle Costruzioni. Per quanto riguarda il macrosettore industriale, si nota che il principale settore di attività economica che ha investito in digital marketing è quello delle industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere (50,1%), mentre nel macrosettore dei servizi, il 63,6% delle imprese di Servizi finanziari e assicurativi ha dichiarato di aver investito in questa innovazione di business. Nel dossier completo si evidenzieranno anche le dinamiche degli investimenti in digital marketing per quanto riguarda la sua diffusione nelle varie aree territoriali del paese e nelle varie tipologie di aziende.
Per maggiori informazioni, scarica il dossier completo “Gli investimenti delle imprese nella trasformazione digitale rilevati dal Sistema Informativo Excelsior”
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