Nuove imprese
La crescita economica e la nascita di nuove imprese sono fattori correlati anche nello sviluppo di nuova occupazione. Il sistema camerale è impegnato nel sostegno ai processi di creazione e consolidamento di imprese, e con la pubblicazione “Nuove Imprese” si analizzano tutte le caratteristiche della nuova imprenditorialità. Il volume, realizzato sugli esiti dell’indagine Excelsior svolta nel 2022, mette in luce alcuni fenomeni che riguardano l’apertura di nuove imprese nel nostro Paese: - il quadro generale del 2022 segnala innanzitutto un assestamento, rispetto al piccolo rimbalzo tecnico del 2021: si è passati dalle 143.880 nuove imprese del 2019 alle 129.300 del 2020, per poi risalire alle 151.890 del 2021 e assestarsi nel 2022 a 144.550; - delle imprese nate nel 2022 circa due terzi fanno riferimento ai settori dei servizi, che presentano minori barriere all’ingresso rispetto ai settori industriali e necessitano, in generale, di capitali più contenuti per l’avvio.
Le caratteristiche dei nuovi imprenditori
Gli studiosi valutano due macro-intenzioni nell’avvio di una nuova iniziativa. Da un lato, la propensione verso una carriera imprenditoriale è spinta dall’intraprendenza, dalla creatività, dalla ricerca del successo e dell’indipendenza: la cosiddetta “imprenditorialità per opportunità”; dall’altro lato, le ricerche mostrano che l’assenza di alternative migliori in termini di reddito o di riuscita personale, spinge alla scelta di aprire una nuova impresa: è la cosiddetta “imprenditorialità per necessità”. Nel nostro Paese, il secondo tipo di imprenditorialità è sempre stato piuttosto basso: quasi un quarto dell’indicatore “imprenditorialità per opportunità”. I dati del 2022 indicano che il passaggio dal lavoro dipendente alla nuova imprenditorialità ha ripreso una posizione di rilievo (circa un terzo dei nuovi avvii), a cui si affianca – ed è in ascesa – quella altrettanto solida di imprenditori e liberi professionisti che individuano spazi di mercato e prendono la decisione di coglierne le opportunità (28,4% delle nuove imprese).
I profili sociodemografici dei neo-imprenditori
Le evidenze ci danno la possibilità di sintetizzare qualitativamente queste quattro macro-tipologie di neo-imprenditori:
● uomo maturo, tra i 35 e i 50 anni, residente al Sud Italia, che apre la propria azienda più per necessità che per opportunità, si concentra maggiormente nel comparto delle costruzioni, con un basso investimento iniziale, eppure con la prospettiva di tenere aperta l’impresa per un periodo lungo di tempo, in un ambiente che sta diventando maggiormente favorevole alla neo-imprenditorialità
● un consulente di servizi alle imprese, con un titolo di studio elevato, attivo soprattutto al Nord, che vuole valorizzare le proprie competenze e mira al successo economico; già libero professionista o piccolo imprenditore
● un nuovo profilo – anche se meno numeroso dei precedenti – emerge nel 2022: quello di una donna giovane, attiva soprattutto nel Centro Italia, under 35, che con un titolo di studio elevato, spesso la laurea, crea una propria impresa nel settore dei servizi alla persona
● un quarto profilo, anch’esso diverso dagli ideal-tipi del 2021, è quello del neo-imprenditore di origini straniere. Impegnato soprattutto nel settore industriale, è attivo nel Nord Ovest e nel Nord Est, ricerca un’autonomia economica e lavorativa e nell’attività precedente ha svolto lavori non alle dipendenze. Ha investito più di 5 mila euro nell’apertura dell’azienda usando mezzi propri, non possiede titolo di studio, ricerca figure professionali manuali come collaboratori.
Le nuove imprese: i settori produttivi e la loro capitalizzazione
In quali settori produttivi si lanciano i neo-imprenditori con una maggiore propensione all’investimento? I maggiori investimenti avvengono nei settori a minore crescita di imprese, in particolare “turismo” e “industria”. Mentre le nuove imprese di costruzioni sono quelle meno capitalizzate. Il 54,1% delle nuove imprese industriali ha investito più di 5.000€. Il comparto turistico ha il più alto valore di imprese che hanno investito più di 50.000€ (il 24,4%): nel “turismo” nascono poche nuove imprese ma capitalizzate. La maggiore concentrazione su un capitale iniziale contenuto si riscontra per le “costruzioni ed attività immobiliari”: il 66,8% delle nuove imprese ha investito un capitale inferiore a 5.000€. L’opportunità di avvio di nuove imprese in questo settore pare avvenire con il ricorso a una capitalizzazione minima. Il capitale iniziale investito non è cambiato significativamente negli anni: nel 2022 crescono i capitali investiti nella nascita dell’impresa compresi tra 10.000 e 50.000€, mentre diminuiscono quelli sotto i 5.000€. Le fonti di finanziamento principali rimangono le proprie disponibilità finanziarie e, soprattutto nelle imprese con un proprietario under 35, i prestiti di parenti ed affini.
Le assunzioni programmate nelle nuove imprese nel 2022
Nella dinamica di creazione delle imprese viene confermato il trend di riallineamento tra Nord e Sud del Paese. Rispetto al passato, cala ancora la richiesta di nuove entrate, di collaboratori stabili e altamente formati. La quota di entrate programmate dalle nuove imprese è storicamente molto inferiore rispetto a quella riferita al totale delle imprese (21.430 rispetto alle 4.638.980 nel 2021; 17.830 rispetto alle 5.179.140 nel 2022). La distribuzione delle entrate previste dalle nuove imprese nel 2022 per grande gruppo professionale evidenzia una quota più rilevante di professioni high skill (cioè professioni dirigenziali, specialistiche e tecniche) rispetto alle entrate complessivamente previste dalle imprese italiane con dipendenti. Nelle nuove imprese queste raggiungono il 29,6% del totale (6.340), contro il 20% circa del complesso delle imprese, in calo rispetto al 34,4% del 2021 e al 31% del 2020. Le nuove imprese richiedono inoltre una quota nettamente inferiore di professioni non qualificate (11,7%, 2.500 entrate previste).
Le nuove imprese: quale rapporto con il lavoro giovanile? Quali i titoli di studio più richiesti?
Le nuove imprese costituite nel 2022 da titolari stranieri rappresentano il 14,5% del totale di cui il 4,5% ha nazionalità comunitaria e il 10% extra comunitaria. Gli stranieri focalizzano le proprie attività soprattutto nei settori industriali (22,6% del totale relativo settore) e in particolare nelle “costruzioni e attività immobiliari” (25,7%). Nei servizi rappresentano solamente l’8,4% delle nuove aziende avviate nel 2022. Le nuove imprese richiedono giovani lavoratori soprattutto tra le figure come le professioni qualificate nel commercio e nei servizi (56,1% la quota degli under 30) e tra le figure tecniche (42,8%). Nel 2022 sia per le nuove imprese che per le nuove imprese giovanili si riscontra una maggiore richiesta di laureati in tutti i settori rispetto al totale delle imprese, con la sola eccezione dei servizi alle persone.
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